Testata Giornalistica "Salic'è l'Espressino Quotidiano" iscritta al n° 8 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce del 4 luglio 2017.
Ci sono certi momenti in cui bisogna sottrarre. È che una passa tutta una vita a pensare che accumulare gli servirà, perché così gli hanno fatto credere. Maledette credenze. E allora in quelle credenze, ci mette di tutto, insieme ai piatti, alle bomboniere orribili e inutili. E inizia a pensare "E questa cosa magari mi serve dopo, e quest'altra magari tra un mese, e questo chissà forse tra un anno potrebbe tornare utile". Insomma alla fine, niente di tutto quello che ha messo da parte nel corso degli anni gli è servito davvero. Niente di materiale, s'intende. Anzi, a dirla tutta, in questo modo, è stato tolto un sacco di spazio alle cose veramente importanti che sarebbero arrivate dopo. Si capisce troppo tardi che la vera ricchezza della vita è avere poche cose ma di altissima qualità. La buona notizia è che non c'è un tempo limite per liberarsi delle cose accumulate, che siano oggetti, che siano modi di pensare, che siano comportamenti reiterati, schemi in cui si ricade sempre. Insomma finché si è vivi si può, diciamo così. Ho letto che anche il "doughnout", la ciambellina americana, per intenderci, all'inizio non aveva il buco. Stando a una leggenda, la sua creazione è andata più o meno così: un ragazzino, mentre stava guardando sua madre fare questi "doughnout", si è accorto che al centro non erano perfettamente cotti, e così con una forchetta si è messo a levare tutta la pasta cruda che era rimasta nel centro. Fine della storia. Eliminare per creare. Agire per sottrazione. Alla fine rimane solo quello che è importante.
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