Testata Giornalistica "Salic'è l'Espressino Quotidiano" iscritta al n° 8 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce del 4 luglio 2017.
Riportiamo fedelmente quanto espresso dal Consigliere Tonino Rosato
Mio malgrado sono costretto a dover ritornare sulla questione della nomina scrutatori nei seggi elettorali.
Vengo ancora una volta accusato di aver privilegiato il metodo della nomina diretta e quindi di "Favoritismo, Nepotismo e Clientelismo” della nomina stessa.
Purtroppo l’insistenza su questo argomento avviene in assoluta malafede, da personaggi che a secondo del ruolo politico che hanno assunto negli anni passati, di quella “Gestione Clientelare” ne sono stati da prima sostenitori e fautori (i verbali delle sedute sono testimoni certamente inconfutabili) e tutto ad un tratto si scoprono oppositori e negatori del metodo e del procedimento.
La mia coerenza e la mia convinzione al riguardo trovano da sempre radici nel rispettare le normative di legge che regolamentano la materia, da cittadino di Salice prima, da espressione di politica del territorio poi.
La continua strumentalizzazione su questo argomento dimostra l'assoluta malafede: si cerca in ogni modo di sollecitare reazioni negative nei confronti del sottoscritto negando la realtà dei fatti dunque le disposizioni di legge vigenti in materia, cui il Sindaco dovrebbe necessariamente attenersi, al di fuori di ogni discrezionalità.
Ebbene, per ulteriore esigenza di chiarezza e per smentire queste accuse prive di fondamento, con le quali si cerca di attribuire comportamenti poco corretti e poco trasparenti, faccio presente che la norma che disciplina la nomina degli scrutatori è quella contenuta nel nuovo testo dell’art. 6 della legge n. 95 del 1989 così come modificata dalla legge 270/2005, art. 9 comma 4 e successivamente dalla legge 22/2006 art. 3 quinques che recita
La Commissione elettorale comunale, procede alla nomina all’unanimità degli scrutatori e non più al sorteggio, scegliendo tra i nomi che rientrano nell’albo, quindi non esiste nessuna discrezionalità a riguardo che l’adozione di una procedura diversa, potrebbe leggi alla mano, essere impugnata da eventuali ricorrenti.
Appare quindi chiaro l’uso tendenzioso e strumentale e soprattutto politico di questo tema, intriso di demagogia e ipocrisia, da parte di soggetti che non hanno ne arte ne parte, che evidentemente, non hanno validi argomenti da proporre ai propri cittadini.