Testata Giornalistica "Salic'è l'Espressino Quotidiano" iscritta al n° 8 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce del 4 luglio 2017.
Stavolta mi tocca scrivere in prima persona. La sera del 5 gennaio scorso a Salice è andato in scena lo spettacolo “Libiam ne’ lieti calici”: la “Traviata” di Giuseppe Verdi, presentata quasi per intero, con dei miei piccoli interventi narrativi volti da un lato a fare da cerniera tra le varie arie (in luogo dei piccoli “tagli” apportati) e, dall’altro, a personalizzare lo spettacolo, a dargli un elemento di originalità.
Spero mi scusi il lettore per i toni entusiastici ma sprizzo orgoglio da tutti i pori. Orgoglio. Al di là dell’emozione, palpabile, al di là della bellezza dell’opera, al di là della commozione presente negli spettatori e in noi che eravamo dietro le quinte, il sentimento che in questo momento prevale in me è l’orgoglio. Orgoglio per aver contribuito, in minima parte, ad un progetto che, in una realtà come la nostra, in tempi in cui la parola “cultura” è quasi un sinonimo di perdita di tempo, ha davvero dei profili di straordinarietà.
Tutto è nato dalle menti (pensanti) di Marco Bossi e Gabriele De Matteis, due musicisti (e per questo, per i motivi di cui sopra), due folli.
Eravamo al tavolino di un bar insieme all’altro folle, Stefano Quaranta, davanti a un caffè, quando, tra amare osservazioni politiche e preoccupazioni sociali e “generazionali”, si incominciò a sviluppare l’idea di uno spettacolo sul più celebre melodramma di Verdi.
Lì ha iniziato a rotolare la piccola pallina di neve che poi si sarebbe trasformata in valanga: al progetto si sono aggiunti il flauto di Vincenzo Paolo Zecca, gli eccellenti cantanti, la regista, Rosangela Giurgola, poi il corpo di ballo di Barbara Vullo (Spazio Danza Due), il coro polifonico “Città di Santa Cesarea Terme” diretto dal M° Gabriele Maiorano. E poi ancora sono arrivate: la disponibilità e la cortesia dell’ACSI e di Mimmo Margarito, la gentilezza de “Il teatro delle Giàccure Stritte”, in particolare di Mimino Perrone ed Antonio Leuzzi, e della Compagnia della Piccola Luna, il contributo dell’Amministrazione Comunale, i patrocini di provincia e regione, la collaborazione della GM Music e il sostegno, come media partner, della “nostra” Salic’è.
Tanti i giorni di prova, tanti i chilometri percorsi, tante le discussioni, le chiacchierate, i confronti. Ma mi sembra che tutti siano rimasti soddisfatti.
Anche il pubblico sovrano, che ha potuto apprezzare ed applaudire la serietà e l’entusiasmo di Marco Piliego (dottore), la precisione e la delicatezza di Marta Nigro (Annina/Flora), il carisma e la potenza vocale di Giorgio Schipa (Giorgio Germont), il coraggio e la bravura di Gianni Leccese (Alfredo, che all’ultimo ha dovuto sostituire Giuseppe Tommaso), la raffinatezza e la personalità di Maria Luisa Lattante (Violetta).
Mi sia consentita una piccola sottolineatura sulla bravura dei musicisti: reggere un’opera lirica per intero con tre soli strumenti (pianoforte, clarinetto e flauto) non è da tutti.
Il 14 si replica. Dopo il Centro Polifunzionale di Salice, infatti, anche il teatro comunale di Novoli, accoglierà lo spettacolo che rappresenta forse il primo, forte segnale di come Salice sappia offrire a se stessa delle importanti occasioni di crescita sociale, di cooperazione tra le varie realtà associative e culturali, che lascia trasparire cosa potrebbe venir fuori, abbandonati pregiudizi, diffidenze e comodo disfattismo, da una cospicua e attiva collaborazione tra chiunque abbia voglia di rimboccarsi le maniche.
C’è da augurarsi, quindi, che questa “Traviata” di tutto ciò ne sia stata il “big bang”, in barba (mi piace sottolinearlo) a chi considera la cultura come uno spreco di tempo e denaro.
Nel frattempo: grazie a Salice per l’occasione che si è concessa.
Foto a cura di Sandro Rizzo disponibili al seguente indirizzo
http://piazza.sali-ce.it/it/cultura/category/39-5-gennaio-2013-traviata-a-salice-salentino.html