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Eppure il Consiglio delle Autonomie, previsto dalla Regione Puglia nel 2004 durante l’amministrazione Fitto, è stato nuovamente previsto dal governo delle sinistre alla Regione Puglia, quelle sinistre che ci hanno sempre fatto la predica sulla democrazia partecipata ma che oggi non applicano lo Statuto ed il Regolamento per coinvolgere i territori nelle decisioni.
Questo sta portando alla conseguenza che i Comuni, nell’inimmaginabile campanilismo, sono dilaniati nella decisione di voler appartenere a Lecce o a Taranto mentre i cittadini residenti appaiono come pedine da spostare a piacimento ed a seconda delle logiche di appartenenza politica del momento.
Nessuno dei consiglieri e assessori della Regione Puglia o degli Enti locali o Sindaci del PD, nella loro cotanta promessa democrazia partecipata, hanno mai sollecitato Vendola ad attivare il Consiglio delle Autonomie.
IO SUD nella persona del Presidente Nazionale Sen. Adriana Poli Bortone chiede un’Assemblea Costituente che in breve tempo potrebbe risolvere la questione considerato che dal 1970 in poi le regioni hanno determinato soltanto debiti insostenibili per le casse dello Stato.
E se accorpamento degli Enti Provincia ci deve essere questo deve prevedere il conferimento di funzioni reali agli enti in questione altrimenti inutili.
Allora chi si è fatto fervido promotore della Regione Salento in ambito locale sostenga l’emendamento che porta la firma della Sen. Adriana Poli Bortone, emendamento al disegno di legge costituzionale che riguarda tra le altre l’istituzione della Regione Salento.
Perché il vero problema è l’occasione mancata di una riforma sostanziale delle istituzioni per cui oggi, con l’abbattimento parziale delle province, ci troviamo in un gran pasticcio dal quale saremmo potuti venir fuori in maniera coerente abolendo un ente ormai privo di funzioni e ridisegnando alcuni confini regionali per rendere le istituzioni più vicine ai cittadini.
Penso alla Puglia nella quale l’abolizione delle sei province, e quindi dei 240 consiglieri provinciali, avrebbe potuto produrre due regioni: la Puglia e il Salento, con complessivamente 100 consiglieri e con la notevolissima e comprensibile riduzione di spese senza minimamente danneggiare i dipendenti delle amministrazioni provinciali che bene avrebbero potuto spendere le proprie professionalità negli enti locali e nelle regioni.
In un quadro di riorganizzazione dell’assetto dello Stato la riforma istituzionale pensata da IO SUD prevede l’istituzione di tre macroregioni italiane con più di 1 milione di abitanti per essere più vicini ai cittadini in base al principio di sussidiarietà.
La Puglia, che per la sua morfologia è la Regione più lunga d’Italia, necessita dell’istituzione di una nuova regione, la Regione Salento, se davvero si vuole puntare allo sviluppo turistico.
Da un punto di vista storico il Salento ha fatto parte per molti secoli dell’antica circoscrizione denominata Terra d’Otranto.
L’estensione delle tre province di Brindisi, Lecce e Taranto, alle quali oggi ci si riferisce con l’espressione Grande Salento, ricalca grosso modo l’antica Terra d’Otranto.
Esse hanno una popolazione complessiva di 1.796.601 unità. Tuttavia, la parte occidentale della provincia di Taranto non fa geograficamente parte della Penisola Salentina (comuni di Castellaneta, Laterza, Ginosa, Mottola, Palagianello, Palagiano), mentre i comuni di Cisternino, Fasano, Crispiano, Martina Franca, Massafra, Montemesola, Statte, sono culturalmente pugliesi e quindi sui medesimi non c’è unanimità di giudizio circa la loro appartenenza al Salento.
Escludendo questo territorio, possiamo quindi parlare di Salento in senso più culturale che geografico. Tuttavia, la sua estensione raggiunge i 5.329 km2, con una popolazione di 1.536.900 abitanti.
La proposta dell’istituzione Regione Salento ben si inquadra, dunque, in un momento storico nel quale le riforme istituzionali sono all’ordine del giorno. Allora, perché non consentire ad un popolo, che ha radici storiche e culturali omogenee, di avere una propria regione, come le altre già esistenti, per raggiungere quell’equilibrio territoriale che una grande regione fa fatica a creare, che abbia ampie competenze in materia di fiscalità, servizi sociali, scuola, sanità e ordine pubblico oltre a quelle, più limitate, previste dall’attuale ordinamento in altre materie.
Salice Salentino 28.10.2012
Il Segretario Cittadino di IO SUD-GRANDE SUD
Antonella PERSANO
Componente del Consiglio Provinciale e Regionale
di IO SUD-GRANDE SUD